Roma 2019, Antigone di Sophie Deraspe, la recensione: Sofocle si fa tragedia migratoria
Rilettura moderna della celebre tragedia greca.
Rappresenterà il Canada ai prossimi Oscar Antigone di Sophie Deraspe, di ritorno in sala a 10 anni dall’esordio con Un soffio di vita e oggi sbarcata nella Capitale alla Festa del Cinema di Roma. La 46enne regista canadese ha liberamente adattato l’omonima tragedia di Sofocle, rappresentata per la prima volta nel 442 a.C, proiettandola ai giorni nostri.
L’Antigone del titolo è una ragazza algerina emigrata in Canada da giovanissima con i 3 fratelli e la nonna, rimasta orfana a causa del duplice omicidio dei genitori. Studentessa modello tiene unita la famiglia, fino a quando il fratello maggiore Etéocle viene ucciso dalla polizia e l’altro fratello Polynice viene arrestato, con conseguente espulsione e ritorno in Algeria, dove incombe la guerra. Motivata da un senso di responsabilità nei confronti della propria famiglia, Antigone decide di agire, mettendo a repentaglio il proprio futuro.
E’ un film quanto mai e volutamente attuale, quello scritto e diretto dalla Deraspe, brava e fortunata nell’aver trovato una straordinaria e giovane protagonista come la franco-tunisina Nahéma Ricci, volto sofferente e combattivo dagli occhi di ghiaccio. La sua Antigone è un’eroina moderna, che fugge dalle leggi dell’uomo per cavalcare il proprio senso di giustizia, fondato sull’amore. L’eterno conflitto tra autorità e potere firmato Sofocle riprende qui forza attraverso lo squilibrio tra cittadini di serie A e cittadini di serie B, vedi gli immigrati, spesso visti come merce sgradita da rispedire al mittente.
Una critica potente e contemporanea, riletta attraverso gli occhi dei social che tutto abbracciano e viralizzano, mentre lo Stato comunque colpevole di omicidio non si muove dai propri passi e il sistema tutto si interroga sulla propria ipocrisia. La tragedia greca sofocliana prende qui la via del mondo moderno, mantenendo comunque inalterati i temi centrali dell’opera originale, ovvero la famiglia, l’esilio, il potere, il sacrificio. La Deraspe segue con piglio deciso e innegabile sensibilità l’intensa e folgorante Ricci, che è di eccezionale bravura, stimolando quesiti nello sviscerare una drammatica storia di coraggio e ingiustizia.
Nell’ultimo atto, poi, Sophie abbandona Sofocle, evitando l’annunciata tragedia per seminare flebili segnali di speranza attraverso un finale aperto, dopo aver naturalizzato un dramma moderno con fare intelligente e mai gratuitamente provocatorio.
[rating title=”Voto di Federico” value=”7″ layout=”left”]
Antigone (dramma, Canada, 2019) di Sophie Deraspe; con Nahéma Ricci, Rachida Oussaada, Nour Belkhiria, Rawad El-Zein, Hakim Brahimi, Paul Doucet